VERSO LA RIABILITAZIONE
19:11
Arrivò il giorno del trasferimento al
Dipartimento di Riabilitazione all’ interno dell’ Ospedale di Negrar. Ormai era Febbraio... Ero più o meno contenta, finalmente andavo
verso la riabilitazione per poter riprendere la mia vita “normale”.
Vennero degli operatori
con l’ Ambulanza e mi trasferirono su un altro lettino, svenni subito!!! Dopo 2/3 tentativi riuscirono a mettermi
sull’ autolettiga…Destinazione Negrar.
Mi accompagnarono in
una bella stanza luminosa, i miei
genitori erano con me. Mi guardai
intorno e la prima persona che conobbi lì, era una ragazza di 30 anni circa,
che sbraitava, rideva a squarciagola, urlava come un aquila( pensavo…che
caspita ha da ridere questa?)…USSIGNUR,
dov’ero capitata?
Per l’ ennesima volta
dissi a mia mamma di portarmi via da lì…non ci volevo stare. Tutto era molto
diverso, dal momento che non potevo muovermi da sola, dovevo attendere gli
infermieri per essere girata: ogni 3 ore sul lato sinistro, ogni 3 ore sul lato
destro e ogni 3 ore supina, praticamente un agonia… se dopo mezz’ora volessi
cambiare posizione, non era possibile. Quelle erano le regole!!! (ovviamente a distanza di anni, compresi che
gli infermieri non avevano alternative anzi con l’ occasione li ringrazio per
la Santa pazienza che ebbero nei miei confronti).
I primi giorni rimasi
solamente a letto, anche perché si presentò un nuovo problema, la lesione
cervicale compromise la funzionalità del diaframma . Il respiro si fece
affannoso e spesso gli infermieri mi dovevano
aspirare, dalla gola o dal naso con una
lunga cannula…WOOOOWWW che GODURIA .
Dopo vari esercizi
respiratori, la situazione migliorò e finalmente mi sedettero su una
carrozzina. Era enorme, con uno schienale gigante. Mi misero una fascia intorno
alla vita, tipo cintura di sicurezza.
Il massimo movimento
che mi era concesso era stare seduta in carrozzina vicino al letto… che
conquista!
Conobbi le altre mie
compagne di sventura, una ragazza Marocchina reduce da un tumore alla colonna
vertebrale, e un'altra ragazza di Roma, pure lei con lo stesso problema. Ancora
però non avevo voglia di interagire con loro…quindi non parlavo con nessuno,
rimasi rinchiusa nel mio dolore per un bel
pezzo.
Un bel mattino mi
portarono in palestra e mi assegnarono un simpaticissima fisioterapista, iniziai
il mio percorso riabilitativo. Nel frattempo vedevo le mie compagne di stanza,
fare qualche piccolo passo quindi IO ero
sempre più fiduciosa in un recupero totale.
Le giornate
proseguivano tra la riabilitazione e un susseguirsi di inconvenienti legati alla lesione, mi stavo rendendo conto
che il fatto di non poter camminare era il minore dei problemi…non mi soffermo
sui particolari.
Intanto il responsabile
del reparto e medico che mi seguiva, dispose
di farmi fare alcuni controlli alla colonna per verificarne la situazione dopo
i due interventi. Attendevo con ansia l’ esito!!! ERA SICURAMENTE POSITIVO.
Nel
frattempo i fisioterapisti mi comunicarono che era giunto il momento di
cambiare carrozzina e di passare ad una ultraleggera, YEPPPAAA...vedevo sempre
più vicina La mia GUARIGIONE..
SEGUE…
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